VirginiaLongo

Punto di riferimento principale nella mia attività è sicuramente la metodologia Orff-Schulwerk, attestata almeno fin dagli anni Cinquanta, è riconosciuta a livello internazionale come uno dei filoni principali dell’educazione musicale di base. E’ un approccio attivo e creativo al fare musica. Elementi caratteristici di questa concezione pedagogico-musicale sono l’unità pressoché inscindibile di musica-movimento-parola, l’uso dello strumentario, il rilievo dato all’improvvisazione e ai processi produttivi, il coinvolgimento globale della persona, l’apprendimento con e attraverso il gruppo.

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Sono affascinata dalle recenti scoperte nel campo delle neuroscienze che oggi descrivono con una accuratezza impensabile in un passato non troppo lontano il funzionamento del nostro cervello. Nuove prospettive e campi di ricerca si aprono per il lavoro quotidiano di noi insegnanti.

Come insegnante Orff-Schulwerk non posso che gioire del rinnovato interesse scientifico per il pensiero creativo, l'intelligenza emotiva e la centralità del corpo visto non solo come il mezzo con cui fin dalla nascita i bambini esplorano il mondo e imparano, ma come anche lo strumento grazie al quale gli essere umani sviluppano le loro competenze relazionali e sociali.

Sebbene il mio campo di azione come educatore si concentri apparentemente nel campo della musica e dell'arte in generale, ritengo fondamentale il continuo confronto con approcci metodologici non specialistici.

In particolare trovo continua ispirazione nel pensiero pedagogico sviluppato all'interno dei nidi e delle scuole di Reggio Emilia. In questo contesto il corpo riveste un ruolo fondamentale nel processo di conoscenza grazie a una dimensione fortemente estetica e sinestetica. L'arte viene poi vista come lo strumento principe per tenere uno sguardo critico sulla cultura contemporanea. Da qui, fin dagli anni '60, la scelta politica di integrare l'atelier nel progetto educativo.

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